#qualità; hashtag#organizzazione hashtag#sistemigestione Il coordinamento fra funzioni centrali e periferiche rimane sempre una grande questione in tutte le organizzazioni complesse, la definizione di linee guida , policy e infine di procedure condivise (con un grado di dettaglio adeguato) rappresenta l’unica strada per evitare soluzioni estemporanee che generano più danni ( a livello complessivo) che vantaggi (a livello locale). La definizione di questi strumenti organizzativi è spesso faticosa e a volte inconcludente a causa della presenza di molteplici interessi e partecipanti. Poi spesso dopo aver individuato una soluzione organizzativa ci si trova di fronte alla scarsa consapevolezza del personale operativo a cui non è stata fornita la visione complessiva della situazione. Lavorare su politiche condivise e puntare sulla crescita delle persone sono quindi attività che devono andare di pari passo per dare risultati.
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#Accredia; #hashtag#Certificazioni
#Accredia; #hashtag#Certificazioni Al fine di rendere più chiaro quanto previsto da Accredia per lo IAF 28 settore costruzioni bisogna rifarsi a quanto descritto nella circolare 06/2020 che riporta ” a) Nei casi di audit iniziali è possibile condurre parte della verifica in remoto e posticipare la restante parte di verifica on site di 6 mesi rispetto alla verifica svolta in remoto. Con l’effettuazione della verifica in remoto sarà però possibile assumere già da subito una decisione sul (rilascio della certificazione), sebbene la verifica sia stata parziale. b) Nel caso di nuove certificazioni nel settore IAF 28 schema ISO 9001, i CAB dovranno dimostrare il carattere d’urgenza per evadere le richieste del mercato … c) Relativamente agli audit di sorveglianza e di rinnovo, se non è possibile posticipare la verifica (scelta da preferire), si può procedere con una verifica in remoto verificando i processi realizzativi mediante l’utilizzo di evidenze significative documentali (almeno n. 2 per scopi semplici e n. 4 per scopi complessi) che possano assicurare la funzionalità ed efficacia del SGQ. In tutti i casi di cui sopra si dovranno necessariamente campionare, in remoto, evidenze documentali di commesse chiuse e/o in corso. “
#PROCEDURE; #OBIETTIVI; 9001; #45001; #14001#
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Come rendere efficace una procedura o un piano di miglioramento? Sicuramente affidando in modo inequivocabile le responsabilità. Non dovrebbero esistere uffici o dipartimenti nella colonna dei responsabili ma figure ben identificate se è possibile con nomi e cognomi. Altrimenti nei momenti di valutazione dei risultati si rischia di trovarsi come nella storiella dei tre amici “Tutti, Nessuno, Qualcuno”.
I processi vanno visti da un punto di vista oggettivo “spersonalizzandoli” ma la definizione di una responsabilità deve essere la più dettagliata possibile e deve tenere conto di livelli di autorità e di impegno richiesti.
Tra gli elementi che compongono una buona pianificazione non si può quindi prescindere dalla analisi di responsabilità e autorità che spesso non è cosi facile.
CI OCCUPIAMO DI SISTEMI DI GESTIONE E DI CERTIFICAZIONI DALLA FINE DEGLI ANNI 90. #CONSULENZA; #OVADA; #ALESSANDRIA; #PIEMONTE CONSULENZA ISO 9001; CONSULENZA ISO 14001; CONSULENZA ISO 45001
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#coronavirus; #procedurasicurezza
Il datore di lavoro ha la responsabilità di:
• Esporre in azienda, in più punti frequentati dai lavoratori, locandine che illustrano i comportamenti da seguire per prevenire e contenere il rischio (VEDI ALLEGATO)
• Assicurare nei bagni quantità sufficienti, sempre disponibili, di sapone liquido e salviette per asciugarsi ed esporre, in corrispondenza dei dispenser, le indicazioni ministeriali sul lavaggio delle mani. ((VEDI ALLEGATO)
• Mettere a disposizione dei lavoratori soluzioni idroalcoliche per la disinfezione delle mani (per reparto, unità produttiva,…)
• Incrementare la frequenza della pulizia delle superfici e degli oggetti condivisi: i coronavirus possono essere eliminati dopo 1 minuto se si disinfettano le superfici con etanolo 62-71% o perossido di idrogeno (acqua ossigenata) allo 0,5% o ipoclorito di sodio allo 0,1 %.
• Garantire sempre un adeguato ricambio d’aria nei locali condivisi (PREDISPORRE COMUNICAZIONE AI DIPEDENTI).
• Evitare incontri collettivi in situazione di affollamento in ambienti chiusi (meeting, seminari, corsi di formazione…). Attuare comunque misure di distanziamento sociale e privilegiare in tutti i casi possibili, nello svolgimento di riunioni, modalità di collegamento da remoto comunque garantendo il mantenimento di una distanza interpersonale di almeno 1 metro.
• Regolamentare tramite CARTELLI gli spazi destinati alla ristorazione (es. mense, sale caffè) in modo da evitare molti accessi contemporanei per ricordare far rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro.
– Utilizzo di risorse esterne, come i consulenti, preferibilmente in via telematica
• Posticipare di tutti i viaggi non strettamente indispensabili
• Favorire una corretta informazione rispetto alla non pericolosità dei prodotti made in CHINA e pacchi provenienti dalla Cina o altre aree a rischio.
Misure universali
Il Datore di Lavoro ha la responsabilità di informare il personale sulle misure di prevenzione generali applicabili che sono:
• lavarsi spesso le mani. Il lavaggio deve essere accurato per almeno 60 secondi, seguendo le indicazioni ministeriali sopra richiamate. Se non sono disponibili acqua e sapone, è possibile utilizzare anche un gel su base alcoolica (concentrazione di alcool di almeno il 60%).
• evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute;
• evitare abbracci e strette di mano;
• mantenere, nei contatti interpersonali, una distanza di almeno un metro;
• starnutire e/o tossire in un fazzoletto evitando il contatto delle mani con le secrezioni respiratorie (igiene respiratoria); coprirsi bocca e naso se si starnutisce o tossisce;
• non toccarsi occhi, naso, bocca con le mani;
• evitare l’uso promiscuo di bottiglie e bicchieri;
• non assumere farmaci antivirali e antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico;
• pulire le superfici con disinfettanti a base di cloro e alcool;
• usare la mascherina solo se si sospetta di essere malato o si presta assistenza a persone malate.
Utilizzo di mascherine chirurgiche
L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di indossare la mascherina chirurgica solo quando si hanno sintomi respiratori quali tosse e starnuti, poiché sono utili a limitare il contagio delle persone circostanti, o se ci si prende cura di una persona con sospetta infezione da nuovo coronavirus.
Misure previste per i lavoratori individuati come “contatti stretti”
Si evidenzia in premessa che l’individuazione dei contatti stretti, a seguito di un caso di infezione da CoViD-19 (sospetto, probabile o confermato), spetta al Dipartimento di Sanità Pubblica (DSP) dell’Asl territorialmente competente, così come la disposizione delle misure previste nei confronti dei contatti stretti (quarantena con sorveglianza attiva). Si precisa che il caso sospetto, secondo le definizioni dell’OMS, prevede la presenza sia di una sintomatologia respiratoria acuta sia del criterio epidemiologico (riferimento Circolari del Ministero della Salute). Pertanto, la semplice presenza in un lavoratore di sintomi simil-influenzali (tosse, starnuti, febbre, ecc.) non è sufficiente per definirlo caso sospetto; in ogni caso, le persone con febbre non devono rimanere al lavoro e devono contattare al più presto il proprio medico di medicina generale.
Al fine di individuare tutti i contatti dei casi legati all’attività lavorativa, sulla base di una reale esposizione al rischio, è indispensabile la collaborazione del Datore di lavoro, e in particolare del medico competente.
I lavoratori individuati come contatti stretti di un caso vengono posti in quarantena con sorveglianza attiva per 14 giorni e di tale misura viene informato il datore di lavoro.
L’assenza dal lavoro, in tali casi, è coperta da certificazione ai fini INPS per motivi di sanità pubblica, come previsto dal citato DPCM nell’attuale fase di emergenza.
Per i lavoratori che non siano stati individuati come contatti stretti, non sono previste misure particolari di sorveglianza.
#9001; hashtag#LAVORDACASA
Come tutti i quelli che nascono nel ambiente della qualità sono un po’ fissato con le procedure. Le procedure in realtà sono solo un output di un lungo percorso che parte da una pianificazione, passa per l’esecuzione, per il monitoraggio e infine dalla correzione o miglioramento del processo. In questa foto che facciamo di come eseguire le nostre attività c’è tutta quella roba lì. Mi stavo chiedendo ora che, come tanti, mi sto approcciando con molte attività in remoto se le procedure che clienti e fornitori hanno elaborato sono davvero delle procedure o sono delle semplici indicazioni. Gli strumenti sono stati veramente testati per i vari utilizzi? i risultati sono stati monitorati? Ci sono state sperimentazioni che simulino anche situazioni anomale? Ma forse non ci resta che improvvisare, imparare dai nostri errori, applicare correttivi vedere come va e poi.. finalmente una bella procedura.
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#Audit; hashtag#Outsourcing; #9001 È una situazione sempre più diffusa quella di trovarsi a valutare aziende che hanno alcuni processi principali o di supporto affidati all’esterno. Come ci si comporta in audit di fronte queste situazioni? Il primo passo e capire quali sono i processi affidati all’esterno e come questi sono tenuti sotto controllo dalla organizzazione (integrazione con i processi interni, controlli e monitoraggi sul fornitore, controlli sul prodotto e servizio fornito, monitoraggi delle prestazioni, analisi dei rischi legati al processo esterno,..). L’importante è capire che modalità utilizza l’azienda per gestire in modo controllato il fornitore al di la della classica gestione dei fornitore. Lo scopo dell’audit deve quindi concentrarsi su ciò in alcuni casi è necessario però dedicare una parte del tempo per verificare in campo l’operato del fornitore . Quando ci si trova di fronte a settori particolarmente critici come quello delle costruzioni, dell’elettromedicale, ecc. una parte dell’audit deve essere pianificato direttamente sul fornitore del processo esternalizzato.
#14001; hashtag#ambiente; hashtag#aspettiambientali
#14001; hashtag#ambiente; hashtag#aspettiambientali Come fare una analisi ambientale per individuare aspetti ambientali significativi? Per definire quanto è significativo (come gestione) un aspetto ambientale ed il relativo impatto sull’ambiente dalle nostre attività normalmente si tiene conto di alcuni criteri fra cui: – Conformità Normativa ( l’aspetto è soggetto a normativa specifica o a autorizzazioni) – Grado di Controllo (dispositivi/ modalità controllo mitigazione / contenimento dell’impatto) – Severità ( esempio sui rifiuti le quantità stimate in un unità di tempo pericolosi e non) – Sensibilità (presenza di segnalazioni ambientali o di comitati ). Una volta definità una scala per i vari criteri ed un algoritmo per pesarli in base ai risultati si definiscono le azioni per mitigare o ridurre il rischio di impattare sull’ambiente o di incorrere in una non conformità normativa. Per gli aspetti ambientali in condizioni di emergenza si può effettuare una valutazione con il classico P*D. L’importante è non avvitarsi sui metodi ma cercare di andare ad individuare le criticità per poter concentrare dove serve risorse e attenzione.
#iso37001; hashtag#duediligence
#iso37001; hashtag#duediligence La due diligence su i nostri fornitori, clienti o comunque parti terze dovrebbe essere effettuate a fronte di una analisi dei rischi, ma quali possono essere i fattori da tenere in considerazione? Ad esempio: Posizione geografica (paesi percepiti a grosso rischio corruzione, paesi con segreto bancario, ecc.) Settori di attività (considerati a rischio corruzione o infiltrazione criminale) Contesto e Identità (in base a notizie gogglate sulla organizzazione o suoi rappresentanti, rapporti con enti pubblici) Accordi contrattuali (metodologie di pagamento, verifica avanzamento lavori,…) Selezione (richiesta da parte di cliente, segnalazione da parte di autorità pubblica,…).