pUNI/PdR 87:2020 : Servizio prevenzione e protezione – Attività tipiche del servizio di prevenzione e protezione così come previsto dall’art. 33 del D.Lgs. 81/2008

Sommario : La prassi di riferimento fornisce elementi utili al datore di lavoro e, in generale, a tutti i soggetti coinvolti nell’organizzazione e gestione della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, per esplicitare le attività tipiche svolte nell’ambito del servizio di prevenzione e protezione così come previsto dall’art. 33 del D.Lgs. 81/2008.

Nelle analisi di dati che ci troviamo ad affrontare e, magari portare alla attenzione della direzione aziendale, spesso ci troviamo in situazioni che sono in contraddizione con la nostra esperienza o con altre valutazioni. Per esempio abbiamo due reparti che fanno riparazioni su prodotti non conformi il Reparto A (quello storico con il personale più esperto) e quello B (che invece ci fa sempre penare in fase di audit…). Poniamo che ci sono due tipi di rilavorazioni : Semplici e Importanti. Potremmo trovarci in una situazione come questa valutando il successo delle rilavorazioni : Reparto A – 90/1OO SEMPLICI e 140/200 CRITICHE reparto B 175/200 SEMPLICI e 70/100 CRITICHE. Se valutiamo le prestazioni complessive su entrambi i prodotti il reparto A ha un indice di successo del 76 % e reparto B del 81%. E allora tutte le nostre precedenti valutazioni erano errate? No è il paradosso di Simpson che ci ricorda che non sempre i dati che ci vengono mostrati sono tutti i dati a disposizione e che spesso l’aggregazione dei dati può ingannare. 1di 2

Un grande limite delle PMI è sempre stato l’incapacità o la non volontà di crescere ma anche la non capacità o volontà di sviluppare efficaci sistemi di collaborazione e integrazione con altre aziende. Attualmente ISO ha in fase di sviluppo una interessante norma la “ISO / DIS 44003
Linee guida per micro, piccole e medie imprese sull’attuazione dei principi di gestione collaborativa delle relazioni d’affari” che dovrebbe aiutare a sviluppare correttamente tali rapporti toccando i seguenti punti: accesso a nuovi mercati e clienti, condivisione di conoscenze e esperienza, condivisione dei rischi, innovazione , economia di scala, efficienza. La norma è attualmente in fase di inchiesta.

Se siamo fornitori come far percepire al nostro cliente la qualità dei nostri prodotti e servizi in fase di audit di qualifica? Malgrado tutto quello che insegnano nei corsi da auditor l’effetto alone è sempre in agguato, la famosa prima impressione … quindi dare l’idea di una programmazione curata (spazi, persone, informazioni) e di una alta disponibilità delle persone è fondamentale. La trasparenza è poi sempre apprezzata nel fornire i dati soprattutto quelli non proprio buoni. Poi c’è il discorso delle certificazioni, quelle che di solito danno punteggio per l’ingresso negli albi fornitori ma creano spesso problemini; meglio averne poche ma buone invece che molte rilasciate da enti improbabili. Questo perchè un sistema certificato presuppone, per chi arriva dall’esterno, la presenza di evidenze di una gestione dell’aspetto sistematica e portata al miglioramento e non solo le evidenze minime ed indispensabili richieste dalla legislazione applicabile. Il non trovare queste conferme può minare la credibilità della azienda.